Chi sono

Mi sono laureata con lode nel 2006 in Scienze Biologiche Molecolari presso l’Università di Pisa, per poi conseguire, nel 2008 la Laurea Magistrale in Scienze Fisiopatologiche Generali presso il medesimo Ateneo. Per perfezionare i miei studi, nel 2012, ho conseguito il Dottorato di Ricerca in Farmacologia e Tossicologia Sperimentali presso l’Università di Parma. Sono iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi sez. A n. 069197.
Nel 2012 ho frequentato il Corso avanzato in Alimentazione e Nutrizione Umana presso Scuola di Nutrizione Salernitana e successivamente ho approfondito gli studi in Nutrizione Sportiva ottenendo certificato di Esperto in Nutrizione Sportiva e Intolleranze Alimentari.
Esercito con passione la professione di Biologa Nutrizionista dal 2013, ponendo la mia attenzione e le mie energie verso la cura e il miglioramento dello stato di salute dei miei pazienti e sulle strategie alimentari che possano essere di aiuto nella prevenzione e nel decorso delle malattie.
Durante ogni anno frequento numerosi corsi di aggiornamento per migliorare la mia formazione e competenza professionale.
Collaboro con Psicologo, Endocrinologo, Personal Trainer e altri professionisti per rendere il percorso di ogni singolo paziente più completo.
“Vivere in salute e promuovere corretti stili di vita è ciò che cerco di fare ogni giorno”
Il Ruolo del Biologo Nutrizionista
Il Biologo Nutrizionista è un professionista abilitato a valutare il fabbisogno nutritivo ed energetico della persona che ne fa richiesta. Guida il proprio paziente ad una corretta alimentazione aiutandolo a scegliere gli alimenti corretti, le giuste dosi, piccoli consigli su cosa evitare e cosa prediligere, ma soprattutto cosa rende un cibo più sano di un altro.
Il Biologo Nutrizionista può inoltre elaborare profili nutrizionali in condizioni fisiologiche o patologiche accertate. Qualora la dieta non sia sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico nutritivo il biologo nutrizionista può consigliare integratori alimentare, indicandone anche le modalità e i tempi di assunzione. Il Biologo Nutrizionista può anche elaborare diete ottimali per mense aziendali, collettività, gruppi sportivi in relazione alla loro composizione e alle caratteristiche dei soggetti. Ha competenze di educazione alimentare, Igiene e sicurezza degli alimenti e Prevenzione primaria. Nello svolgimento della propria attività, il Biologo Nutrizionista può utilizzare apparecchiature non invasive, ritenute di ausilio nella rilevazione di paramenti utili alla valutazione dello stato nutrizionale ed energetico della persona, non può fare diagnosi, né prescrivere farmaci.Pubblicazioni su riviste scientifiche
- CHOLECALCIFEROL ADMINISTRATION BLUNTS THE SYSTEMIC RENIN-ANGIOTENSIN SYSTEM IN ESSENTIAL HYPERTENSIVES WHIT HYPOVITAMINOSIS D
- ROSUVASTATIN PREVENTS ANGIOTENSIN II-INDUCED VASCULAR CHANGES BY INHIBITION OF NAD(P)H OXIDASE AND COX-1
- RESISTANCE ARTERY MECHANICS AND COMPOSITION IN ANGIOTENSION II-INFUSED MICE: EFFECTS OF CYCLOOXYGENASE-1 INHIBITION
- EFFECT OF ACUTE ADMINISTRATION OF VITAMIN C ON MUSCLE SYMPATHETIC ACTIVITY, CARDIAC SYMPATHOVAGAL BALANCE, AND BAROREFLEX SENSITIVITY IN HYPERTENSIVE PATIENTS
Tesi pubblicate
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono malattie ad eziologia multifattoriale, non ancora del tutto chiarita; il DCA maggiormente diffuso nella società occidentale è l’Anoressia Nervosa (AN). Il Manuale Statistico Diagnostico IV ed. (DSM IV) divide l’AN in due sottotipi: restricter, caratterizzato da una continua restrizione alimentare, e bulimico, quando la restrizione è interrotta da sporadiche abbuffate seguite da condotte di eliminazione.
Negli ultimi anni sono stati condotti studi sperimentali e clinici per valutare le conseguenze della severa riduzione calorica sulla funzione di organi e tessuti.
Nell’AN l’insufficiente apporto di nutrienti secondario al digiuno prolungato potrebbe essere la base di alterazioni del metabolismo lipidico con conseguente aumento della produzione di lipoperossidi e quindi di radicali liberi. E’ ormai dimostrato che i radicali liberi possono modificare le caratteristiche strutturali e funzionali dei tessuti: l’alterazione dell’equilibrio esistente tra i sistemi che generano i Radicali Liberi dell’Ossigeno (ROS) e i sistemi di difesa deputati al loro smaltimento è definita stress ossidativo.
Le abitudini alimentari possono giocare un ruolo determinante nella patogenesi dello stress ossidativo, sia inducendo un incremento della fisiologica produzione di ROS che abbassando l’efficacia delle difese antiossidanti, e questo a sua volta contribuisce all’aggravarsi del disordine nutrizionale.
Scopo di questa tesi è valutare l’effetto della severa e continua restrizione alimentare sulla produzione di radicali liberi.
Lo studio viene condotto su 16 pazienti di età compresa tra 21-54 anni, afferenti all’Ambulatorio di Educazione Alimentare del Dipartimento di Medicina Interna di questa Università, affette da AN secondo i criteri del DSM IV. Delle 16 pazienti, 10 (62.5%) sono affette da AN sottotipo restricter e 6 (37.5%) da AN sottotipo bulimico. Inoltre, sono stati reclutati come gruppo di controllo 16 soggetti normopeso omogenei per età e sesso.
I markers per valutare lo stress ossidativo che noi abbiamo ritenuto più sensibili e attendibili, dei quali vengono descritti nel dettaglio le tecniche impiegate, sono i seguenti: LOOH (lipoperossidi), MDA (malondialdeide), principali prodotti di perossidazione lipidica. Come parametri dei sistemi antiossidanti abbiamo dosato il Glutatione totale e acido urico (antiossidanti endogeni), vitamina E, vitamina C (antiossidanti esogeni) e per valutare il potenziale antiossidante totale del plasma il FRAP (capacità ferro riducente del plasma) .
Come markers nutrizionali abbiamo dosato albumina, prealbumina, somatomedina C (IGF-1) e colesterolo.
Sono state inoltre descritte le caratteristiche antropometriche e calcolato l’Indice di Massa Corporea di tutte le pazienti.
Per l’analisi statistica è stato calcolato il valore medio e la deviazione standard (Media±DS) dei vari parametri esaminati; sono stati applicati il test t di Student e l’Analisi della Varianza (ANOVA) per le differenze tra gruppi.
Le differenze sono state considerate statisticamente significative quando il valore di p è risultato inferiore a 0.05.
L’Indice di Massa Corporea è significativamente inferiore nelle pazienti anoressiche rispetto ai controlli, e nel sottotipo restricter rispetto al sottotipo bulimico; gli antiossidanti endogeni sono significativamente ridotti nelle anoressiche rispetto ai controlli; questa differenza risulta anche confrontando anoressiche sottotipo restricter e controlli e fra anoressiche sottotipo bulimico e controlli. Questa riduzione può essere ricondotta allo stato di grave malnutrizione di queste pazienti e si ritiene che questo contribuisca all’instaurarsi di un grave disordine ossidativo. Tra gli antiossidanti esogeni si evidenzia una netta riduzione solo dei livelli di vitamina C. Questi risultati sono confermati da una riduzione delle difese antiossidanti totali del plasma (FRAP). Il fatto che i livelli di vitamina E siano nella norma e così pure la concentrazione plasmatica dei prodotti di perossidazione lipidica (MDA e LOOH) si può ricondurre al fatto che queste pazienti erano già inserite in un programma di rieducazione alimentare. Il dato rilevante di questo studio è evidenziato dalla misura degli antiossidanti che risulta essere più sensibile rispetto agli altri indici, quindi non è utile osservare i prodotti del danno cellulare come LOOH e MDA che sono mantenuti dall’equilibrio redox.
L’insufficiente apporto di molecole antiossidanti con la dieta può causare un incremento importante della concentrazione di Radicali Liberi che sembra svolgere un ruolo importante nella patogenesi della malnutrizione. Quindi l’intervento nutrizionale deve essere precoce per non compromettere lo stato di salute di queste pazienti.
I radicali liberi si formano nelle cellule in seguito sia alle normali reazioni metaboliche che a stimoli esterni come le radiazioni UV.
L’ attività svolta durante il tirocinio, ha riguardato lo studio di due diversi tipi di induttori di radicali liberi, il CCl4 e le radiazioni ultraviolette, sul contenuto di un lipide di membrana ad azione antiossidante: il Dolicolo.
Il CCl4 è un idrocarburo alogenato il cui effetto tossico è dovuto alla conversione in radicale libero ad opera del sistema di biotrasformazione citocromo P-450 localizzato a circa 18 Å dalla superficie idrofobica della membrana del reticolo endoplasmatico.
Le radiazioni ultraviolette catalizzano reazioni fotochimiche e di fotossidazione che possono danneggiare le proteine, i lipidi e il DNA. E’ noto, del resto, che le radiazioni UV possono essere causa del cancro e del processo d’invecchiamento.
Il Dolicolo è una molecola altamente idrofobica, facente parte del gruppo dei poli-cis-isoprenoidi, che come tale, si colloca nella porzione centrale idrofobica del doppio strato lipidico delle membrane di tutte le cellule eucariote. Il Dolicolo è sintetizzato a livello del reticolo endoplasmatico, dei perossisomi e dei mitocondri, a bassa velocità, attraverso la via del mevalonato. Gli organismi animali non posseggono enzimi in grado di degradare il Dolicolo, che è invece rapidamente decomposto per azione radicalica.
I nostri studi sono stati condotti su cellule epatiche di ratti maschi Sprague-Dawley di 3 e 24 mesi di età. Gli epatociti, isolati tramite il metodo di Seglen, sono stati sottoposti a incubazione con CCl4 o ad irraggiamento UV per tempi diversi. Aliquote cellulari sono state prelevate per l’estrazione e il dosaggio spettrofotometrico del Dolicolo tramite HPLC. I risultati hanno confermato che i livelli di Dolicolo del fegato aumentano con l’aumentare dell’età. Il trattamento con CCl4 causa una rapida diminuzione di Dolicolo contenuto sia negli epatociti di ratti anziani che in quelli di ratti giovani. Confrontando i risultati ottenuti negli animali anziani con quelli dei giovani si osserva che nelle cellule di ratti di 24 mesi il Dolicolo è inizialmente degradato più lentamente, ma, a parità di trattamento, dopo i 20’, subisce una degradazione maggiore.
L’effetto dell’irraggiamento UVB causa un calo significativo del Dolicolo ad ogni età, anche se, nei ratti anziani, la degradazione sembra più lenta e di minore intensità.
Possiamo concludere che, indipendentemente dall’età dell’animale, i trattamenti con agenti fisici capaci di generare radicali liberi, come l’irraggiamento UVB o il CCl4, agiscono sui livelli di Dolicolo determinandone un calo significativo.